Omelia Don Carlo 20 gennaio 2019

*Omelia 20 gennaio 2019*

“Sarai chiamata con un nome nuovo”

La promessa del profeta Isaia. Un nome nuovo, perché sarai nuovo tu! Non una novità morale – sarai più bravo, più buono, più capace… -: sarai un nuovo essere dentro il mondo, irromperà nel mondo un essere nuovo, una vita nuova e investirà te e renderà nuovo te. Accadrà come un nuovo Big Bang, un nuovo livello dell’essere. Finora c’è la pietra, la pianta, l’animale e l’uomo. Quel giorno ci sarà il cristiano! Un uomo come gli altri in cui fa irruzione una nuova potenza di vita, quella che ha fatto irruzione un giorno, inizialmente in un modo misterioso, nell’utero di quella ragazza, poi soprattutto esplosivamente nel sepolcro di quel crocifisso.
Farà irruzione l’Eterno, il divino, investirà te e la tua umanità sarà potenziata, la tua intelligenza, la tua affezione, la tua sensibilità, la tua libertà, i tuoi desideri. Tutto in te sarà cento volte più!
Questa è la promessa cristiana, la pretesa cristiana.

Ma è vera o è un miraggio? Un “per modo di dire”? Un “si fa per dire”?
Chi lo dice se è vero o no?
La faccia! La faccia non mente. Tu in faccia vedi se uno se la racconta e te la racconta oppure se è vero quel che dice. Dalla faccia si capisce. Uno non può far l’attore nella vita.

E qual è la faccia di un cristiano, cosciente di quello che gli succede?
Quel giorno la faccia di quell’uomo che coi suoi dodici amici – dice che “fu invitato anche Gesù coi suoi amici” -… qual era la faccia di quei tredici uomini?
“Furono invitati alle nozze”. Era la faccia di invitati a nozze, cioè la faccia della festa. Chi è invitato a nozze si immedesima nei suoi amici che si sposano, nella loro faccia, che è la faccia di chi ha la felicità davanti a sé, di chi è tutto pieno di quel che lo attende. Il passato c’è tutto – fatiche, dolori, problemi, debiti per sposarsi, malintesi…tutto! -, ma non pesa più! È alle spalle! Nella faccia di chi si sposa e dei suoi amici invitati il passato non pesa, c’è tutto, ma aveva un unico senso: di farti arrivare fin lì, di preparare la festa. Adesso quel che conta è la festa. Sei libero dal passato, sei tutto teso a buttarti nel presente e nel futuro, a metterci il cuore perché è un presente e un futuro di festa. Il sentimento è quello… Che poi la vita lo smentisca è un’altra cosa.
Lo smentisce perché è tutto ridotto al vestito, agli ingredienti, ma non c’è niente di nuovo dentro al cuore, non è cambiato l’essere. E la festa non funziona, se non è cambiato l’essere.
Il tono di uno che va alla festa, è il tono di uno che si aspetta…il meglio ce l’ha davanti a sé, non ha rimpianti, non ha punti interrogativi davanti alla faccia. Lo insinua anche l’osservazione un po’ buffa, un po’ curiosa del sommelier: “Come, io ho assaggiato il vino, ma hai tenuto da parte il vino buono finora? C’è qualcosa che non gira, cosa sta succedendo in questa festa?”
Sta succedendo qui che – dice anche san Paolo ai Filippesi -: “Dimentico del passato e proteso a quel che mi viene incontro.”
Ecco cosa succede: quello che fa irruzione nella mia vita, sono tutto proteso a goderne, a vivere intensamente quello che mi viene incontro. Questa è la faccia di un Cristiano cosciente di quello che gli è accaduto… non ho detto un Cristiano che ci crede, perchè di gente che ci crede io ne incontro tanta, è quasi impossibile incontrare un ateo: “io ci credo!” Di gente di fede ce n’è tanta, ma di gente cosciente della fede ce n’è pochissima. Non è la fede che manca oggi, ma è la coscienza della fede, è il sapere quanto pesa la fede nella vita. Una fede senza coscienza è come la Coca Cola light o la Coca Cola Zero, con la quale o senza la quale non aumenta la glicemia! No! La fede cosciente è una fede che cambia la faccia, sai quel che ti corre dentro, come quando vai dal medico e ti dice una notizia bella o tragica. Sei incinta o hai un tumore dentro.. cambia la faccia! Che ti dica che sei incinta, che ti dica che hai un tumore, a quella notizia ti cambia la faccia! Questa è una fede cosciente. Io e te sappiamo benissimo quando cambia la nostra faccia, sappiamo benissimo quando l’io si svela, diventa cosciente, quando la fede, quel che diciamo e quel che crediamo, sappiamo benissimo cosa illumina il volto e cosa invece lo lascia sciapo, insipido.