*Omelia 9 maggio 2019*
“Nessuno può venire a me se non è attratto dal Padre”.
Attratto da Uno più grande di me, perché non sono io il più grande: è il Padre, io sono figlio, sono via al Padre.
Io non basto a un cuore umano. Lo dice a Maddalena mentre Lo abbraccia risorto: “Non mi trattenere, non sono ancora giunto al Padre”, solo il Padre è tutto per me e per te.
Se tu sei attratta solo da me, sarai delusa da me; se ti basta Gesù, Gesù ti deluderà, perché Gesù non è tutto.
Quando noi siamo delusi da Gesù, diciamo che non mantiene le promesse, è perché per noi Gesù è diventato tutto. No! Dio Padre è tutto, non Gesù!
Gesù non elimina il dramma della religiosità; è il Padre il Mistero infinito che fa respirare il cuore. Quando sentiamo che ci manca il respiro è perché riduciamo il Mistero a Gesù, all’umanità di Gesù. Il Mistero è irriducibile a Gesù e tanto più alla Chiesa: tutti segni in cui si rende presente.
Il segno non riduce a sé il divino, lo rende presente; segno e Mistero coincidono, nel senso che accadono nello stesso posto, ma guai pensare che il divino si riduce al segno!
Chi è che ci dà lo sguardo vero su Gesù?
Lo dice ancora Lui: “Chi ascolta il Padre e impara dal Padre, viene a me, resta con me”.
Per capire Gesù bisogna ascoltare il Padre, imparare dal Padre, dalla voce che il Padre fa vibrare dal fondo del cuore, perché è fatto per l’infinito il cuore e nel mondo di infinito non c’è niente, neanche l’umanità di Gesù è infinita, contiene l’infinito, non lo può ridurre.
Tutto è segno, Gesù è il volto umano di questo infinito.
Filippo: “Mostraci il Padre”.
“Chi vede me, vede il Padre”.
E se vede me, incomincia l’avventura della conoscenza del Padre e non gli basterà la vita, gli ci vorrà una vita eterna per vivere questa avventura.
Gesù è venuto, appunto, ad iniziare dentro il mondo la vita eterna, non a ridurre tutto a questa vita e ai segni fragili di questa vita.
Gesù inizia, ma non conclude il cammino, spalanca.
“Non sono ancora giunto al Padre, lasciami andare al Padre e vivi col Padre”, là si compie il bene che cerchi, in Lui.
Pensate che lotta urge nel grigiore di questo mondo; la cultura di oggi è come il cielo grigio, cupo di questo assurdo maggio, un cielo meschino in cui si affoga!
Che grazia che esiste il tempo pasquale, che irrompe dentro, squarcia le nubi e dà ossigeno adeguato al respiro del cuore.