Omelia Don Carlo 28 aprile 2019

Omelia 28 aprile

”Perché almeno la sua ombra coprisse qualcuno di loro”.

Ma cos’ha addosso Pietro, che anche la sua ombra è desiderabile? Il cristiano è questo: è un uomo che si guarda e si stima per ciò che porta addosso, non per come lui è fatto, per ciò che lui riesce a fare, per come lui è – come si dice – performante. Il cristiano è uno entusiasta di ciò che porta addosso. Come la Madonna, Θεοτόκος (theotòkos), madre di Dio.
Appena intuisce questo dice: “Magnifica l’anima mia, mi diranno beata tutte le generazioni”; non mi diranno “brava”, mi diranno “beata”, beata perché porto Dio nel mondo attraverso la mia carne. Per questo l’anima mia magnifica, e io sono entusiasta – dice Pietro – perché il mio valore sta tutto nel mio compito che è lo stesso compito di Maria. E il compito non è un fare, è un amare, un conoscere e un amare, un dire: “Sì, vieni, ti ospito in me. Ti amo e Ti voglio conoscere ogni giorno di più”. Questo mi rende dimora.
E l’esperienza di Pietro cambia per come cresce in lui la coscienza di questo, per come lui conosce sempre un po’ di più quel che ha addosso. Non perché Pietro è più morale – più bravo, più buono…. -, lo conosciamo bene. Pietro è pietra, cioè roccia, perché diventa sempre più cosciente di quel che porta addosso.
Infatti Gesù gli ha rimproverato più volte a lui e agli altri una delle espressioni che oggi sarebbero querela per diffamazione: “stolti”, non dice “cattivi”, dice “stolti”, scemi, stupidi, duri di cuore, ottusi. Non perché fate cose cattive, non siete malintenzionati.
Siete ignoranti. Ecco è l’ignoranza il peccato, cioè non avete coscienza di quel che Io ho fatto di voi. Allora il problema della vita è essere coscienti. Che cosa ti rende cosciente?
Questa domanda la devi fare a un uomo che vedi cosciente di sé, cosciente di quel che porta addosso, di un uomo che è come Pietro. Un uomo, e lo guardi e la gente lo guarda, e ti accorgi che di lui è desiderabile anche l’ombra.