*Omelia 26 aprile 2019*
Questo Gesù è la pietra d’angolo e in nessun altro c’è salvezza.
Dice Pietro ai capi del popolo con tono certo, deciso. Cos’è che rende Pietro così certo? Cos’è che rende me certo quanto Pietro? Perché io non lo invidio, sono certo come lui. Come fa un uomo a diventare certo?
“Il Signore – dice il salmo – è Dio, Egli ci illumina”.
Io sono certo perché ogni giorno verifico che Dio illumina la mia vita, svela la bellezza che c’è, mi mostra che tutto di me è bello, che io posso volermi bene, mi autorizza a volermi bene, mi mostra che esiste ciò che il cuore brama. Io lo vedo dentro la vita.
Il mondo è tutto pieno di tracce per il mio cammino che mi conducono dove c’è quello per cui io sono nato.
E ogni giorno cresco e alla sera mi trovo grato. Ecco è da questa verifica quotidiana che nasce la certezza, la mia e anche quella di Pietro che è una certezza incontenibile come descrive questo Vangelo. Perché lo lancia…”era svestito si gettò in mare”. Di impeto, mezzo nudo si getta in acqua per andare ad abbracciare Gesù, a far la colazione con Lui. Poi Pietro da quel giorno si getterà dovunque perché Cristo Risorto è dovunque, è al fondo di tutto.
La realtà è come… avete presente un ipertesto, dove c’è la sottolineatura, tu clicchi con il ditino e si apre sempre una finestra nuova e tutte mettono a fuoco il volto di Cristo Risorto. Pietro si getterà dappertutto. Si getterà perfino a Roma poi dove Nerone lo crocifigge a testa in giù, dice la tradizione. Questa è l’avventura che fiorisce dalla certezza di Pietro. Non è fiorita, fiorisce.