*Omelia 28 gennaio 2019*
Oggi è la festa di San Tommaso d’Aquino. Il pensatore più grande, più sistematico del Medioevo. Qual è il segreto di quest’uomo che viene chiamato _il_ dottore della Chiesa? Il fuoco che gli brucia dentro, qual è? Ho trovato nel commentario alla lettera di San Paolo ai Colossesi una frase intrigante, luminosa, con un pizzico di equivoco… Ecco cosa dice di sé: “Sicut qui haberet librum uno essere tota scientia”, io sono uno che so di avere un libro in cui c’è tutto il sapere.
Ecco, è un uomo affamato del vero, ma “tota scientia”, tutto il vero, intero. È uno che non lo accontenti con le briciole. Se avesse questo libro, cosa farebbe?
Continua lui: “Non oportet quaerere nisi ut sciret illud librum”.
Non vorrei fare altro che continuare a studiare tutta la vita quel libro.
E poi guarda la sua vita in flashback e dice: “Ma io questo libro l’ho trovato!”
“Sic non oportet amplius quaerere nisi Christum”, non ho bisogno di nient’altro che di cercare Cristo, che studiare Cristo per tutta la vita. La mia vita, dice Tommaso, sarà tutta studium Christi, quello che capì Giussani con Manfredini quella sera.
E questo, formulato così, fa impazzire il medievale.
Solo Cristo! Mi basta Cristo!
Invece per me, che sono moderno, quel “solo Cristo” mi stride.
Io non sono meno innamorato di Cristo di San Tommaso, eppure io guardo la mia esperienza dopo i ventiquattro anni e dico: più studio Cristo e più ho voglia di studiare tutto il resto; più leggo questo libro e più li vorrei leggere tutti. E ne leggo il più possibile, con le orecchie, perché ormai non leggo più con gli occhi. Perché Cristo non mi chiude, ma mi spalanca a tutto il resto, questa è la scoperta più entusiasmante, che tutto mi parla di Cristo. Per capire Cristo non devo leggere seimila libri al giorno, ormai ho un punto di vista ermeneutico per cui tutto fa luce su di Lui.
Dire solo Cristo, come direbbe San Paolo, il resto è sterco στοιχεῖα, sterco, lo sento un po’ troppo fondamentalista, un po’ dialettico, contrappositivo.
Io sono un moderno e l’umanesimo è nato anche anticristiano perché gli pareva che mancasse qualcosa al Medioevo, che per dire Dio dovesse minimizzare un po’ l’umano, la natura.
Preferisco San Francesco, nella seconda parte della vita, perché nella prima ha teorizzato la povertà: Cristo solo, il resto è niente…neanche la tunica.
Alla fine della vita fa il cantico e dice che tutte le creature lodano Dio!
Il bello, il punto più entusiasmante, che più mi intenerisce e più mi entusiasma di Cristo è che…il bello di Cristo è che non è solo Cristo: abbraccia tutto il resto!