Omelia Don Carlo 29 gennaio 2019

*Omelia 29 gennaio 2019*
“La legge…non ha mai il potere di condurre alla perfezione”.

Lo sguardo lucido, drammatico di questo autore della lettera agli ebrei. Un ebreo che ha dedicato la vita alla legge, e deve dire che la legge non ha mai il potere di condurre alla perfezione. La legge non è altro che un traino che ti conduce, ma la legge in sé è imperfetta, non ti conduce a se stessa, deve condurre altrove. Non dico che una legge vale l’altra, ma la legge vale in quanto ti conduce alla perfezione per cui tu sei fatto.

Perché tu sei incompiuto. Come dice la parola: io sono natura. Naturus è un participio futuro: sono nato, ma incompiuto devo continuare a nascere per raggiungere il mio compimento, che non avviene con la nascita. Ma deve avvenire dopo. La nascita è soltanto l’abbrivio, l’inizio, lo start della mia realizzazione.

Come dice Dante, Purgatorio XVI: “lo cielo, i vostri movimenti inizia”, ma non li compie. E come, direbbe l’informatico: Dio fa l’hardware, ma il software ce lo metti tu. Devi personalizzare te stesso, “customizzare” si dice, devi decidere tu chi vuoi essere. Pensate che avventura diventa la vita: in ogni opzione che faccio, in ogni scelta, io disegno il mio volto eterno, decido chi voglio essere. La cosa più bella è poter scegliere. E il criterio della scelta è ciò che mi realizza, ciò che realizza quello che io mi sento dentro. Non le cose che sento. Le cose che sento sono uno strumento, uno strumento musicale. Certo ogni strumento ha il suo timbro. C’è a chi piace più il violino, il pianoforte, il piffero. Ma il vero problema non è con quale strumento io suono la musica che ho dentro, ma: che bellezza ho dentro? E’ l’amore e la bellezza del cuore del musicista, che fa vibrare lo strumento in un’altra cosa. Io sono un povero uomo incompiuto dalla nascita e sarò incompiuto fino alla morte. Ma io pur essendo un povero uomo incompiuto, posso amare il compiuto, amare l’infinito, posso suonare con il mio povero cuore una musica infinita, anche se lo strumento che ho è così precario, limitato.

Quando mi viene da lamentarmi della mia vita, è perché ho dimenticato questo segreto.