*Omelia 1 dicembre 2018*
“Risollevatevi e alzate il capo”
Questo è il volto cristiano, uno che si solleva, salta su, testa alta. Prima è prostrato, abbattuto, deluso, senza più attese; d’improvviso scatta, come morso da una tarantola, ha un impeto incontenibile.
Quello che lo fa scattare è un annuncio, una voce che gli grida: “Alzatevi, la vostra liberazione è vicina”. Perché la parola liberazione non vuol dire niente ai nostri occhi, c’è un termine del diritto commerciale: ἀπολύτρωσις, in latino è redemptio, significa il riscatto dello schiavo, o di un altro bene di proprietà.
Immaginate la faccia di uno schiavo, oggi si direbbe il depresso, allora dicevano Katablepon, riferendosi a un’immagine mitologica in cui uno storico dice che è stato avvistato un animale mostruoso nella zona dell’Etiopia e del Kenia: era un elefante mostruoso, che aveva la testa invece che all’inizio, in cima alla proboscide, quindi essendo una testa enorme da elefante, non riusciva a reggerla e la strisciava per terra: era un mostro, nato mostro. Il guardante in basso, il depresso è il guardante per terra, non riusciva mai ad alzare la testa. Pensate a uno schiavo, che è lì così, gli gridano: sei libero! È arrivato uno che ha pagato il riscatto per te. Ha pagato, tu sei nato schiavo, hai vissuto da schiavo, non hai mai posseduto nulla, non hai potuto mai dire mio, nulla ti apparteneva, neanche tu appartenevi a te stesso, non eri padrone di niente, di nessuna cosa e quindi di nessun desiderio. Ti era proibito desiderare, tu non avevi il diritto ad avere nulla, nulla per te era desiderabile.
Adesso, uno ha pagato: sei il padrone, ti ha messo in mano la vita, ti ha messo in mano il mondo, puoi desiderare tutto, puoi conquistare tutto.
Ecco, uno così, altroché Katablepon, salta su, scatta, altroché tarantola, scatta incontro alla vita, alza la testa. Il tempo dell’Avvento è il tempo per riscoprire la potenza, il tono perentorio di questo annuncio; per ritrovarsi questa faccia, la faccia di un uomo che è libero finalmente di desiderare.
Ma, se non è scemo, di desiderare una cosa tra tutte le altre; le desidera tutte e potrà conquistarsele tutte, ma ce n’è una, se è sano, se non è scemo, che desidera più delle altre: di vedere in faccia il riscattatore, il Redemptor, il Redentore, Colui che ha pagato per lui.
Immaginate – a volte li ho incontrati – persone che non hanno mai conosciuto la madre o il padre, partoriti e abbandonati, hanno una ferita dentro per tutta la vita, che si placherebbe soltanto come dice Juan de la Cruz: “la dolencia de amor, que no se cura sino con la presencia y la figura”, di vedere in faccia, di veder presenti il padre e la madre e di abbracciarli, e di dirgli “sei un criminale che mi hai abbandonato”. Vivono tutta la vita con questa pena, la “dolencia de amor”, la pena d’amore di vedere chi li ha messi al mondo, chi gli ha regalato la vita.
Il cristiano è uno così: che non sta bene finché non vede in faccia, “Descubre tu presencia”, svelami, “y máteme tu vista”, mi schianti la Tua vista.
Questo è il tempo della vita del cristiano, il desiderio più grande che prende me, tutte le altre cose le desidero, le guardo, le ammiro e le bramo tutte, ma le lascio lì perché le godiate anche voi, non ho bisogno di possederle.
Ma c’è una cosa di cui non mi posso privare: spendere tutta la vita per inseguire le tracce del Riscattatore, di Quello che ha pagato per me, per guardarLo negli occhi, per vedere come mi guarda e dire: ma chi sono io ai Tuoi occhi se Tu hai dato la Tua vita per me? Sei venuto a fare questa vita, fino a morire in Croce, perché io prendessi in mano la mia e potessi vivere da libero e per dire “mio”, senza essere ricattato da niente e nessuno.
Perché quando io…non mi succede praticamente mai, ma se io mi sentissi ricattato non è colpa di chi mi ricatta: è colpa mia perché non mi sento più riscattato, ho dimenticato di essere un riscattato.
I cristiani non si chiamavano uomini liberi, ma liberti: i _liberi_ erano quelli che nascevano già liberi e di fatto non erano entusiasti, era un privilegio da imporre agli altri e basta; i _liberti_, i liberati, erano quelli che volevano spendere la vita per ringraziare chi li ha liberati, e per cercarlo, per intercettarlo.
Interessante vivere il tempo dell’Avvento con dentro il cuore il morso di questa sfida!