omelia 02 novembre 2018
“Io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.
È l’unica promessa seria nel giorno della commemorazione di tutti i defunti.
Il desiderio dei desideri che io ho questa mattina è di rivedere tutti i miei defunti. È questo che io ultimamente desidero perché andare a visitare i sepolcri, come si fa in questo giorno, non mi ha mai appassionato. Non tolleravo il tono dolente, i discorsi, i volti dei cimiteri, tutti tesi ad un passato magari pieni di cose belle, di affetti belli ma tutti del passato. Era quasi impossibile trovare qualcuno che fosse tutto pieno del presente e del futuro ma il passato per quanto sia stato bello, è morto, non c’è più. Se sei incentrato nel passato non vivi, perdi slancio. Solo il futuro ti lancia ma il futuro lo realizza solo la promessa compiuta di Gesù, la Sua resurrezione. Solo se io sono certo che Lui mi risuscita e che risuscita i miei morti io posso sperare. Andare a vedere i sepolcri mi tolgono questa speranza, perché quei sepolcri sono pieni, ci sono le ossa. Guardare i sepolcri toglie la speranza, ti spegne. Il tono era quello che vedevo nelle facce, non lo sopportavo.
C’è un unico sepolcro che, invece, mi ha infiammato il cuore, quello di Gerusalemme, quello di Gesù perché quello è vuoto. E da quel giorno quando ho intuito questo.. mi ricordo benissimo quella mattina che accadde, mi ricordo quando ho percepito la potenza delle Resurrezione di Cristo non per l’aldilà, per infiammare il cuore nel presente, mi ricordo un ragazzino di terza media che dopo la messa corse lì e gli vidi in faccia che si era infiammato anche il suo cuore. Da quel giorno ogni mattina io per affrontare con passione la mia giornata devo fare una scappata a Gerusalemme, al Santo Sepolcro, non c’è verso. Io ogni giorno rifaccio memoria di Cristo solo così ho l’entusiasmo per affrontare le giornate e solo lì mi torna la voglia di abbracciare le persone che amo. E solo lì ho percepito il primo abbraccio che è nato da quel sepolcro, fra quella donna appassionata che è la Maddalena e Gesù appena risorto.
Una volta che uno ha assaporato l’abbraccio del Risorto che ha abbracciato anche solo una persona così che abbraccia se stesso così non torna più indietro. E quando uno si sente dire come la Maddalena da Gesù: “Noli me tangere, non sono ancora salito al Padre, non mi trattenere” io mi immagino che Maddalena lo guarda e dica: “Trattenere no, capisco che hai ragione, ma accompagnarti, sì. Io non smetto di abbracciarti perché l’abbraccio mio non è per trattenerti ma per accompagnarti al Padre”.
L’affetto più bello del mondo è questo. Se Gesù è risorto ogni affetto, ogni abbraccio può essere come quello di Maddalena che capisce la correzione e non molla Gesù e lo accompagna al Padre.
“Expertus potest credere”. Chi ha provato l’abbraccio l’affetto che non ha come scopo di trattenerti ma di accompagnarti ad abbracciare il Padre, chi ha intuito questo una volta non più accontentarsi del languore di affetti decadenti di affetti che saranno degni dei sepolcri ma non Sepolcro di Cristo.