Omelia 1 novembre
“Beati, beati”
La festa di tutti i Santi é la festa degli uomini che sono beati, cioè felici.
I Santi non sono uomini bravi o buoni, innanzitutto. Quel che li definisce non è la morale, é l’estetica: che son felici, hanno cominciato ad essere realmente felici. Perciò essere santi riguarda tutti, intriga tutti, perché tutti siamo fatti per essere felici: il cuore è uguale in tutti. La psicologia e tutto il resto no, ma l’esigenza di essere felice é di tutti.
Il Santo è un uomo che gli vedi il cuore in faccia, vibrante di felicità. Lo vedi, ti colpisce questo innanzitutto, tutto il resto c’è, non meno degli altri, ma quel che ti colpisce di un Santo è il tono vibrante. E tu hai bisogno di rubargli il segreto, perché quella vibrazione è la tua. Tu sei nato per vibrare come lui. E devi capire il segreto della sua vita per capire il segreto della tua. È per amore a me che mi interessa un Santo. Se non mi interessa è perché non mi interessa più di me stesso, son perso.
Qual è questo segreto? Cos’è che rivitalizza quell’uomo e quella donna? Quella cosa misteriosa, che con linguaggio ecclesiastico, un po’ poco pungente, chiamiamo Santità?
Il ritornello che abbiamo ripetuto, Salmo 23. Il Salmo che ha una struttura di marcia trionfale che cantavano i pellegrini che salivano all’altopiano di Gerusalemme dove c’era il Tempio e entravano sempre alle porte con questo Salmo. Anche in ebraico ha un ritmo marziale, dell’irruzione trionfante di chi va verso la gioia. “αὕτη ἡ γενεὰ ζητούντων αὐτόν, ζητούντων τὸ πρόσωπον τοῦ θεοῦ Ιακωβ”. (Ps23, 6) Tutto così, a suon di marcia: “Ecco la generazione che cerca il tuo volto”, dice la traduzione.
Ecco chi sono i Santi: sono uomini che cercano il Suo volto! A cui non bastano gli altri volti. Per di meno non vivono, è per quello che vanno in pellegrinaggio. Andare in posti in cui c’è una traccia, un lineamento del volto del Mistero.
Ecco, sono uomini a cui non basta il mondo, che vogliono il Creatore del mondo, vibrano per vedere il volto del Creatore del mondo, almeno un segno! E questo segno gli infiamma, gli infiamma il cuore di un desiderio più grande del mondo.
Ecco chi sono i Santi!
Prima che uomini bravi, morali, eccetera, a modo, sono uomini che hanno il cuore più grande del mondo: il mondo non lo colma. Hanno un cuore che sente, che è certo, che può esser felice, che inizia, che ha iniziato, dentro il mondo, che non gli basta, ad essere felice.
Ecco, nell’istante in cui tu guardi quell’uomo e quella donna e intuisci questo è troppo tardi perché, nell’istante in cui capisci cos’è quella vibrazione, in quell’istante é tardi, perché già il tuo cuore si è svegliato e non si addormenterà mai più: da quel momento il dramma ha fatto irruzione dentro di te. Il Santo può scomparire, può morire, potrebbe tradire la sua fede la sua santità, ma ormai ti ha messo la guerra dentro. Ha svegliato il tuo cuore e adesso è il tuo cuore che, ormai, sa che il mondo non gli basterà mai più. Il tuo cuore sa che non potrà più adorare il mondo e le cose del mondo. Tutte le creature son creature…non son creature, sono segni, non saranno mai più idoli credibili. E ogni tua scelta diventa drammatica, ogni scelta, da quel momento, dal momento in cui hai capito cos’è un Santo e il tuo cuore si è risvegliato, è drammatica, perché ogni scelta è pro o contro. Non è più pro o contro Dio, contro la legge morale, non è più pro o contro un Dio esterno, ma un Dio interno a te. É pro o contro il tuo stesso cuore. In ogni istante sai che scegliere il bene o il male non è fare o no la volontà di un Dio esterno, ma la volontà del tuo cuore. E il tuo cuore è il luogo della battaglia, il tuo cuore diventa da quell’istante o il tuo più grande amico o il tuo più grande nemico.
I Santi hanno questo potere se li incontri. E li puoi incontrare anche soltanto sentendoli parlare o leggendo la loro vita che si è svolta secoli fa.
Il Santo quando l’hai incontrato ti fa piangere.
Mi ricordo benissimo quando lessi per la prima volta la leggenda Maior di un amico di San Francesco d’Assisi e i suoi fioretti poco dopo: piangi perché il Santo ha spostato la guerra dentro di te, il baricentro non è più fuori, nel mondo, nella società, è dentro. È per questo che i Santi sono gli uomini o più amati o più odiati. I Santi o li segui o li perseguiti.
Quando ho studiato, nella storia della Chiesa, la storia anche delle persecuzioni…si capisce benissimo l’accanimento feroce che si è scatenato in certe culture! Per me la più feroce è quella giapponese e anche forse quella cinese: non hanno, per ferocia, per intelligenza, per acribìa…perché non coglievano il punto, i santi erano diventati insopportabili, non si poteva ucciderli: uccidendoli facevi dei santi in terra dei martiri, bisognava tenerli in vita e per tutta la vita distruggerli come immagine, come esperienza, come pensiero.
Incontrare un santo davvero è drammatico! Ma è il dramma ed insieme la grazia più grande che ti può accadere nella vita.
Noi siamo amici davvero se realizziamo tra noi l’incontro con i santi, in tutti i modi possibili, ma è questa la vera forma di amicizia, perché è quella che fa, che permette che dentro il mondo, in qualunque circostanza, esploda il vulcano che ogni cuore umano è, ma esplode soltanto nell’incontro con Cristo che si materializza nell’incontro con quella donna o quell’uomo che hanno accettato di voler bene a se stessi.