Omelia Don Carlo 22 ottobre 2018

Omelia 22 ottobre 2018

“Eravate morti per le vostre colpe e i vostri peccati”

Brutale, il realismo drammatico di Paolo, la coscienza che ha Paolo. ὄντας νεκροὺς: siamo gente che va verso la morte, dead man walking si direbbe; la ragione greca ha questo sguardo critico, realistico, che scava fino all’ultimo dramma. Gli uomini i greci li chiamano spesso con un aggettivo sostantivato thnetòi, immortali: gente che vive, cammina, ma verso la morte. Lottano per vivere, ma cadono sempre, vengono meno al loro desiderio.
Questa frase era: “Eravate morti per le vostre colpe e i vostri peccati”. Non è proprio “colpe e peccati”, è tradotto male, non c’entra la colpa o non colpa, dice: παραπτώμασιν, ἁμαρτίαις, cadute, cedimenti, che siamo colpevoli o meno cosa cambia? Cambia che tu continuamente cedi, cadi e scegli cose parziali, piccole. E tu sei fatto per il totale, quindi le cose che scegli ti portano sempre verso la morte. Questo è lo sguardo di Paolo: voi eravate così, noi eravamo così prima dell’incontro con Cristo, come gli altri. Colpevoli o meno non c’entra niente, non è se è colpa tua o no, ma di fatto tu continuamente cedi, indugi, scegli cose che ti fanno andare verso la morte, perché il totale non lo conosci, non l’hai mai visto, non è presente, non puoi fare altro che quello.
E Cristo cosa porta in questo dramma? Che cosa ha portato nella coscienza di Paolo? Che coscienza ha lui?

Per i “secoli futuri” ha portato “la straordinaria ricchezza della sua grazia”

Perché in quel secolo non si poteva vedere più di tanto, come aveva detto Gesù: siamo agli inizi, c’è la prima gemma, voi farete le mie stesse opere e ne farete di più grandi, vedrete cose che non vedo neanche Io dentro di voi. “Nei secoli futuri”: noi oggi siamo nel ventunesimo secolo futuro dopo Paolo. Che ricchezza porta oggi Cristo nella nostra vita?

Siamo “creati in Cristo Gesù per le opere buone”, perché ne facciamo esperienza.
Bene: quali sono queste opere buone di cui facciamo esperienza oggi, che bene, che bellezza? Noi che eravamo, che saremmo senza Cristo esattamente ὄντας νεκροὺς, dei dead men walking, dei morti che camminano. In questo mondo che cosa porta Cristo di nuovo? Perché se non so rispondere oggi non è ragionevole che io creda oggi in Cristo. Se la nostra amicizia non sa testimoniare una risposta adeguata a questa domanda non è vera; direbbe Ambrogio: è una connivenza a delinquere, ci si porta fuori strada.