Omelia 18 ottobre 2018
“La messe è abbondante”
Grida Gesù davanti alla società del Suo tempo, che non era migliore della nostra.
E noi cosa gridiamo davanti ad un telegiornale che ci descrive tutto il male del mondo?
Noi vediamo nero, Lui vede una messe e frutti abbondanti, possibili, perché Lui vede dentro tutto questo male dei cuori liberi che fanno il male, ma possono in un istante cambiare, volere il bene. Qualunque sia il male che hanno, fatto possono cambiare. Davanti al Vero chiunque può cambiare.
E Gesù soffre non perché il mondo va male, non si lamenta di questo, “ma sono pochi gli operai”: ecco il dolore di Gesù. Ai Suoi occhi non manca la messe, mancan gli operai; manca chi annunci il vero, chi tocchi i cuori, chi sfidi la libertà di chi sta sbagliando, di chi, grato di averLo incontrato, testimoni gioiosamente i frutti che si sta godendo nella sua vita, chi sia grato e basta.
Questi sono gli operai che mancano a Gesù.
“Ecco io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi”
Io vi ho scelti esattamente per essere miei operai: la vostra dignità nel mondo non sta nel fatto che siete migliori degli altri, che voi non fate tutto quel male, ma sta nel compito che Io vi regalo.
Tutto il resto, tutte le professioni del mondo le possono fare tutti, ma essere Miei operai, questo compito è solo per coloro a cui è dato, e questo potete farlo solo voi.
E non c’è nulla di più entusiasmante che essere Miei operai, dice Gesù. Perché non c’è niente che valorizzi di più tutte le vostre capacità umane, compresi i vostri limiti, come l’essere Miei operai.
Quando voi vi sentite inutili, inconcludenti, è perché non siete Miei operai, perché state sprecando la vita per obiettivi vostri o che vi dà il mondo, che sono sempre troppo meschini, non valorizzano mai tutto di voi.