Omelia Don Carlo 6 settembre 2018

*Omelia 6 settembre 2018*

“Tutto è vostro.”

L’annuncio audace, inaudito, di Paolo agli amici di Corinto: Panta ymón, ovvero tutto è vostro!
Per me è sempre stato un tuffo al cuore questo grido, perché io sono fatto per il tutto; i miei sensi, no, sono catturati sempre dai particolari, ma il cuore brama il tutto, ha l’esigenza del totale. Infatti, il peccato si chiama malattia che vuol dire mancanza, defectus, cedimento indica la freccia che non coglie il centro, ma cade sul cerchio marginale, non coglie l’essenziale, perde, è un tiro sprecato, si fissa su un punto marginale: Hai sprecato un colpo, hai perso e sei triste!

Per quello il peccato è ciò che ci rende tristi, è male non perché lo dice Dio come pensano i fondamentalisti, gli estrinseicisti… no, è male perché ti fa del male perché ti rende triste, perché un particolare ti rattrista. La sfida di Gesù è che con Lui fai centro, con Lui non assolutizzi il particolare, ma cogli l’essenziale, sei teso al punto e sei entusiasta. Sennò hai sempre il tono basso. Ma per fare questa esperienza di pienezza, d’aver sempre il sentimento di aver centrato il punto, di stare sul pezzo – questo è il sentimento che si ha di Gesù, dal centro vedi sempre il posto delle altre cose – la condizione è una, la condizione per cui Pietro fa la pesca miracolosa. Quando la fa?

“Getta la reti dalla parte destra”. Ma, come, ho pescato la notte e non ho preso, ma sulla tua parola le getto. È la parola di un falegname. Te non sei un pescatore eppure io accetto di guardare oltre il carcere della mia esperienza, della mia misura, di quel che io ho sempre fatto, oltre la pretesa di fissare io cos’è possibile e cos’è impossibile?

Io ho sempre nel cuore, in questi giorni, delle persone, una in particolare, che mi rende impotente, in disagio perché dice:”No questo per me è impossibile. Siccome io sono incapace, questo é impossibile!” e tu la vedi morire piano piano, piena di amarezza perché ha dichiarato in partenza, cosa per lei è impossibile e cosa è possibile.

Ha sempre gettato le reti lì, continua a gettarle lì, non ha mai preso pesci e continua a non prenderli. E non pesca non perché non è capace, ma perché è indisponibile a tentare un’altra strada. Non lascia spazio a nient’altro perché con Cristo per far la pesca miracolosa, per pescare gli uomini, non devi essere capace, devi essere disponibile a qualcosa e a Qualcuno di più grande di te. Questa è la sfida di ogni istante.