Omelia 25 settembre
“Mia madre e i miei fratelli sono questi”.
Ma questi chi? Questi sono una folla di estranei, confusi e violenti che sgomitano, non ci fanno passare.
Ma madre e fratelli sono i legami naturali più intensi e Tu li senti madre e fratelli più di noi. Ma così sfondi il livello naturale dei rapporti e dell’affezione, scaravolti tutto, fai irrompere nei rapporti un’affezione di un’espressione e di un’intensità che quasi sgomenta: è liberante e sgomentante insieme. È bellissima e drammatica perché è traumatica. Noi veniamo da Nazareth, sono sette mesi che non Ti vediamo, ci dicono delle cose assurde di Te, veniamo qui per vederTi e Tu rompi, ferisci i legami naturali, eppure li dilati, li spalanchi in un modo da imporre un’altra cosa rispetto alla dimensione naturale del vivere. La imponi anche violentemente, dice Luca “non potevano avvicinarlo”, ci avevano provato, ma c’era una forza più grande che li emarginava e che feriva il sentimento naturale che avevano per Lui, che li aveva fatti venire lì. Vengono per vederlo e per abbracciarlo e sono emarginati. Quello che c’è tra loro e Lui è niente rispetto a quello che c’è tra la folla e Lui. Quello per cui loro sono lì viene da ciò che sentono per Lui.
Ma quello che c’è tra Lui e la folla non viene da ciò che Lui sente o che la folla sente. Di sentimento zero!
Sono estranei dal punto di vista psicologico, eppure sono fratelli, sorelle per quello che ognuno è davanti a Dio. Loro cercano Dio, ascoltano, vogliono la volontà di Dio. E Lui vive di quella. Li guarda, non perciò che Lui sente per loro, ma per ciò che ognuno è per Dio. E nasce da questo sguardo un’intensità che li abbraccia tutti, più di quanto abbracci la madre e i fratelli. Questa è la novità affettiva che con Cristo irrompe dentro il mondo. E chi una volta l’ha assaporata dice: “Io oggi voglio questa affezione, io oggi con voi voglio vivere e respirare di questa affezione”. Che è drammatica, che è traumatica, che fa saltare i livelli naturali e tutti gli interessi umani che potremmo avere in comune…Ma io oggi voglio questo perché una giornata senza questo è arida, non merita di essere vissuta. È possibile solo se io e te oggi intercettiamo lo sguardo con cui Gesù investiva ognuno di quella folla: era lo sguardo con chi Dio guardava ognuno di quella folla. Che bello se ci fosse una comunità in cui la gente litiga su tutto, è estranea su tutto, ma hanno in comune solo questo sguardo… Basterebbe a sfidare il mondo.