“Con la Tua santa croce hai redento il mondo”
Oggi è la festa della esaltazione della croce: un’espressione troppo sintetica ed equivoca, perché non è con la croce che ci salva – la croce è una sofferenza terribile e non redime nessuno, distrugge: i crocifissi muoiono disperati, distrutti nel corpo e nell’anima – Gesù non ci salva per quanto soffre, ma per quanto ama!
E Gesù non ama la croce, chiede di evitarla quando intravede che arriva: Gesù ama il Padre, gli amici, i nemici, ama se stesso. E non è la croce che esalta, ma l’amore che è nel cuore del crocifisso: l’amore totale con cui la vive, cioè l’amore totale con cui ha vissuto tutto nella Sua vita! Ha messo il cuore in tutto quello che ha vissuto: il riso, il pianto, la fatica, il dolore, il piacere; dicevano che era un mangione e un beone e le accuse non sono mai state smentite nel Vangelo.
E il cuore lo ha messo anche esattamente nel dolore della croce.
Noi non siamo la religione della sofferenza, come pensava Nietzsche, forse ha incontrato soltanto dei Cristiani così e doveva dire così: noi siamo la religione dell’amore!
Noi non siamo masochisti, siamo degli innamorati e di Lui, del crocifisso, non della croce!
Innamorati del Suo amore così grande e commuovente!
E soprattutto del Suo potere, perché l’amore sulla croce è commuovente finché volete, ma entusiasmante no! Perché è un amore impotente: non entusiasma un amore che muore, entusiasma un amore pieno di vita, una vita incontenibile ed eterna e, per questo, dice San Paolo, proprio per questo “propter quod et”, “διὸ καὶ”, “proprio per questo Dio lo ha esaudito”: gli diede potere, il potere di risorgere dopo tre giorni, in una esplosione di vita.
Secondo me il simbolo adeguato della fede cristiana non è il simbolo della croce e basta: questo è commuovente per quanto quell’uomo ha amato, quell’uomo Dio ha amato, ma non è entusiasmante, a me non mi entusiasma vedere uno che mi ama e finisce crocifisso; il simbolo del Cristianesimo è la resurrezione: io prenderei un’icona delle apparizioni, quella dice ancora meglio, perché lì c’è tutto l’amore insieme a tutto il potere di vita che ha Gesù; secondo me il “noli me tangere”, l’abbraccio di Maddalena a Gesù è quello…perché c’è tutto il dolore di Cristo che ha ancora le piaghe, è stato crocifisso, ma ormai vince la vita!
Questo è quello che è entusiasmante: un uomo che è pieno di dolore e di amore, ma ti corre incontro tra le braccia spalancate. Questo è il cristianesimo! Purtroppo in tantissimi Cristiani, in tanti secoli, ha prevalso il tono dolente della resurrezione.
Chiediamo che ci aiuti a testimoniare con la nostra faccia la novità esaltante che il crocifisso permette di desiderare per la nostra vita.