Omelia 8 gennaio 2019
“In questo sta l’amore”.
Lo sappiamo tutti che l’amore è l’esperienza che ci realizza, ci fa felici, ma non sappiamo che cos’è veramente, ne ignoriamo la natura, lo riduciamo soprattutto a due aspetti che sono delle conseguenze, che possono esserci o non esserci: primo, riduciamo l’amore al sentire, al sentimento, sento non sento che è la logica delle telenovelas oppure al fare, al mio impegno, il volontariato; ma se fosse così sarebbe terribile, selettivo, perché io non son padrone del mio sentire e del mio fare, io non domino i miei sentimenti, non dipende da me che tu mi piaci o no che io ti piaccia o no! Non dipende da me neanche il fare, pensate come il terremoto della salute, della malattia ti può impedire il fare, oppure la vecchiaia che è un’impotenza a fare, oppure i condizionamenti sociali: sei disoccupato hai perso il lavoro e non puoi più fare! Se l’amore fosse sentire e fare sarebbe terribile, farebbe venire l’angoscia. L’unica speranza è che l’amore che sia altro dal sentire, dal fare!
Giovanni annuncia la novità portata da Gesù.
“Non siamo stati noi ad amare Lui ma è Lui che ha mandato nel mondo Suo Figlio”.
Nell’annuncio cristiano l’amore non è né un sentire né un fare, è un fatto, un fatto Suo, non è un fatto mio. L’amore è un’opera ma che non viene dalla terra, viene dal cielo è un opera di Dio. E come diventa mia questa opera? Come diventa mia l’esperienza dell’amore? Non facendo e sentendo ma domandando, accogliendo, conoscendo quel che Lui fa.
Allora domandare ed accogliere è possibile sempre ed è possibile a tutti, anzi, no, non a tutti è possibile solo a quelli che vogliono veramente bene a se stessi. Perché chi rifiuta questo amore è uno che odia se stesso perché l’unico bene, quello che ti conviene è questo, che tu Lo conosca, che tu Lo domandi, che tu Lo ami. Quindi amare non è affatto selettivo, è possibile a tutti e sempre, è facile come dice la Bibbia che termina sinteticamente con un grido, l’Apocalisse: “Maranatha”. Vieni Signore Gesù, vieni presto. Dimostratemi che c’è un uomo in una condizione in cui gli sia impossibile dire: “Vieni e vieni presto”.