omelia 21 novembre
Oggi è la memoria della presentazione di Maria bambina al tempio. La tradizione immagina che quella bambina fosse portata sempre più frequentemente al tempio da piccola perché si immedesimasse in quel tempio, perché intuisse lo scopo della vita, della sua vita, della vita di ogni ebreo nato per dedicarsi a Dio, meglio: al tempio di Dio.
Perché un Dio senza tempio, un Dio fuori dal mondo non è interessante. Per gli Ebrei Dio entra nel mondo, prende dimora in un punto che loro chiamano tempio e a tutti i bambini veniva indicato questo come scopo della vita. Noi siamo stati scelti per essere il Suo Tempio nel mondo. Dio vuole entrare nel mondo attraverso di noi. Tutti possono fare tutto, essere Tempio di Dio solo noi! Nessuno è chiamato a questo, non c’è scopo più grande di questo. Se tu dedichi la vita ad essere Tempio di Dio, tutto di te vale! Se tu hai un altro scopo perderai sempre tanto di te: quando tu ti senti mancante, senti che sei inutile, che non ti piaci, che perdi dei pezzi, sei inutile, perdi la stima di te e degli altri, è perché hai abbassato l’asticella, hai vissuto per uno scopo piccolo, meschino. Se vivi per essere tempio di Dio, ti dedichi a quello, tutto di te vale: non c’è un pelo di te che sia da buttar via!
Maria è stata educata a questo, ma lei immaginava che questo fosse il tempio di pietra, come tutti gli Ebrei! Mai avrebbe pensato che il Tempio doveva essere la sua umanità, la sua carne, tutto di lei.
Quando ha scoperto questo è cambiata la sua vita, ma lo doveva riscoprire tutti i giorni, non solo il giorno dell’Annunciazione o del parto, perché anche questo giorno in cui vanno là a cercare Gesù, si vede, si intravede, dalla correzione di Cristo, che anche lei cedeva di continuo a immaginare il Tempio come un tempio di pietre, la casa come quella di Nazareth, i legami – padre, madre, fratelli e sorelle – come quelli naturali.
E Gesù ancora quel giorno la corregge davanti a tutti: “Ma chi è mia madre?” Chi è il tempio di Dio?
Il tempio di Dio non sono i sacerdoti, non sono le offerte, non sono i sacrifici, sono quelli che fanno la volontà di Dio, quelli che offrono a Dio il cuore e la libertà.
Se io dico di sì a Dio nella mia libertà tutto in quell’istante di me è bellissimo! Quando c’è una parte di me che non vale, che non mi piace, che è da buttare via, è perché anche io ho l’immagine che il tempio sia di pietre, ma il tempio è il sì della mia libertà.
Grazie Dio che stimi tanto il dono più grande e tremendo che è quello della libertà, che fa di me e delle cose che faccio ogni istante il tuo tempio, dove gli uomini possono incontrarti e realizzare il desiderio che li strugge dalla nascita alla morte.