Omelia Don Carlo 31 ottobre 2018

Omelia 31 ottobre

Un tale chiede: “Sono pochi quelli che si salvano?”

Perché quel tale vede la faccia di Gesù, la faccia degli altri e ha
l’angoscia perché la faccia di Gesù è piena, è un uomo che si sta realizzando, quella di tanti altri, no. Sono persi, non si capisce che
faccia hanno. Lui si realizza, alcuni sì, tanti no. Quel tale capisce che
non è affatto automatico che la vita serva per realizzare se stessi. Come direbbe Thomas Stearns Eliot: “Si può perdere la vita, vivendo”, cioè si può
vivere inutilmente. E a lui viene l’angoscia e dice: “Sono tanti o pochi?”, capisce che non è mica automatico che lui alla fine della vita saprà chi è.

E Gesù conferma drammaticamente la sua angoscia: “E’ vero, molti cercheranno
di entrare e non ci riusciranno”. Non c’è un meccanismo garantito, ci sono degli ostacoli, c’è uno, soprattutto, di ostacolo alla tua realizzazione:
“Sforzatevi di entrare per la porta stretta”. Ecco l’ostacolo, c’è una porta stretta da cui non passano tutti. Non passa la massa di quelli che non hanno faccia e sono dei numeri, è una porta stretta perché la tua porta è personale, ed è solo la tua e ci passi solo tu. Oggi si direbbe in termini elettronici, c’è un riconoscimento facciale. Devi mostrare la tua faccia e se sei senza faccia, senza nome non passi, devi avere la tua faccia, il tuo
desiderio. Uno che si è perso nella vita a rincorrere mille cose, a cercare tutto ma non ha cercato, perciò non ha trovato se stesso non sa dire chi è.
Dice il Vangelo: “In verità vi dico: non vi conosco, non so dire di dove siete”.

Ti hanno dato un nome al Battesimo, quando sei nato, che nome hai te lo sei dimenticato, non sai neanche chiamarti, non mi sai dire chi sei. Come faccio a farti ad entrare, dove ti metto? Hai cercato tutto illudendoti di essere
felice con mille cose ma non hai cercato te stesso, non hai disegnato il tuo volto. Il tuo volto non è già fatto, non c’è un destino che dà ad ogni uomo il proprio volto. Il volto te lo disegni tu, te lo scolpisci tu prendendo sul serio il fuoco che hai dentro e le sfide che ti vengono da fuori. Ogni istante della vita è prezioso perché tu puoi aggiungere una linea, un tassello, un moto, una vibrazione al tuo volto, per cercare te stesso. E
gli amici più preziosi sono quelli che ti aiutano in questa avventura a
disegnare il tuo volto, mostrandoti la loro faccia bella, piena, realizzata. Quelli che quando dicono “io” ti fanno venire una vibrazione, ti fanno venire voglia di trovare la tua faccia unica nell’universo, perché la tua
faccia sarà sempre e soltanto la tua, se mancherai tu, quel posto sarà vuoto. Questa è la drammaticità ma esaltante della vita come la concepisce Gesù.