*Omelia 11 settembre *
“Non sapete che i Santi giudicheranno il mondo”
La correzione – quasi sgomenta e dura – di Paolo agli amici di Corinto, che facevano una grande confusione: i criteri della fede erano confusi con i criteri del mondo, e loro erano schiavi dei giudizi del mondo.
Il compito dei Santi, cioè il nostro, è giudicare il mondo, come fa Gesù.
Ma giudicare non è condannare, cioè κρινοῦσιν, che è quello che si fa in Tribunale: in tribunale non è che si condanna, si appurano i fatti e si giunge alla verità sui fatti, poi ci sarà chi è colpevole e chi è innocente. Giudicare vuol dire chiamare le cose con il loro nome, dire la verità sui fatti che accadono.
Invece la condanna si dirà κατάκριμα, il giudizio che ti atterra, il pollice verso, questo no; Paolo dirà ai Romani: “A noi nessuno ci farà più κατάκριμα, non c’è nessuna condanna da quando è venuto Cristo”.
Che cos’è questa verità che Gesù porta nel mondo? Che i santi, cioè noi, dobbiamo portare nel mondo? Qual è la verità fondamentale sul mondo? La verità che Dio è venuto a svelare?
Che “chiamò a sé i Suoi discepoli e ne scelse 12”. E per cosa ha scelto quei 12? Perché loro non lo sanno, per cosa sì: per quello che poi hanno scoperto stando con Lui.
E la prima cosa che scoprono, non era neanche passato un giorno, finisce la notte, li incontra all’alba – “voi 12 con me” – poi arrivano e trovano la folla da tutte le parti, che vien dal sud del Libano, da Tiro e Sidone.
Non ha ancora fatto niente, capito niente, detto niente, non ha spiegato niente, e che cosa vedono?
Che “tutta la folla cercava di toccarLo”.
Quello che ha fatto vibrare il loro cuore in quel momento in cui hanno deciso “sì veniamo”, la stessa vibrazione la vedono nella folla che la esprime in un modo ancora più istintivo: Gli si butta addosso per toccarLo.
Scoprono – ecco la verità che scoprono, la verità che devono portare al mondo, il giudizio sul mondo – che in Lui c’è qualcosa che fa vibrare il loro cuore e il cuore della folla. Il cuore di tutti, che da Lui “usciva una forza” che guariva tutti. Una forza che guarisce il cuore, qualche volta il corpo, ma “guarisce il cuore”, lo rende più buono, lo rende vero! lo riempie di un bene tale che questi, che sono stati i preferiti, devono andare a preferire i non preferiti! Infatti – dice – “li chiamò apostoli”: ἀποστόλους vuole dire “lanciare, spalancare a”…ad abbracciare tutti! Il bene che avevan dentro li spalancava all’abbraccio di tutti. Era l’opposto delle preferenze naturali: loro sapevano bene cos’era preferire un uomo, preferire una donna, preferire un gruppo di amici, preferire una religione; e sapevano che ogni preferenza naturale è esclusiva: preferisci una donna o un uomo, è solo quello, un terzo è di troppo, implica la gelosia una preferenza naturale!
Qui invece è il contrario: loro erano i preferiti, i primi preferiti, ed erano così felici di essere preferiti da Lui, che, di fatto, dovevano andare nel mondo intero, come Lui, a preferire quelli che mai avrebbero preferito.
Questo è lo slancio che si trovano addosso quando scoprono la verità: che Dio chiama gli uomini a scoprire questo bene.
Ecco, questo slancio che hanno addosso non era naturale, non era culturale! Oggi non è culturale: la cultura di oggi assolutamente non ci suggerisce questo, quindi non è automatico andare ad abbracciare tutti, a preferire i non preferiti. Automatico mai, eppure è la cosa più libera e più liberante che possa insorgere nel cuore.