Don Carlo – Omelia 04 settembre 2018

Omelia 04 settembre 2018

“Non avranno più fame non avranno più sete”

E’ il massimo che riuscisse a desiderare Isaia pensando ad un popolo che ha fame, e non ha cibo, che ha sete e non ha acqua! Il massimo che riesce ad immaginare è di non sentire più la fame, di non sentire più la sete. E’ il massimo. È proprio vero che il vecchio testamento é pieno di verità incompiute, imperfette! Ma poi c’è il salmista che dice: “La bontà del Signore dura per sempre”
Il massimo un po’ più grande di quello che ha immaginato il pur grande profeta Isaia, che sia il non sentire più la fame, non sentire più la sete, avere un cibo che te la toglie definitivamente! Viva il buddismo, viva l’anestetico! Certo si capisce, per un africano che ha fame il massimo è il non sentire più la fame… ma il massimo è più di questo, il massimo non è azzerare la fame e la sete, trovare qualcosa che la uccide, perché a mangiare c’è gusto, a bere c’è gusto, si gode! Il massimo non è non aver più fame non aver più sete, ma avere una fame che non finisce mai e avere un cibo che non finisce mai: è godere per sempre!

“La bontà del Signore dura per sempre”
C’è una bontà che quando la scopri ti accorgi che dura per sempre, che tu quel cibo non lo riesci ad esaurire che quell’acqua non la riesci ad esaurire, che puoi godere per sempre. Il massimo non è non avere più fame e più sete, ma è avere un cibo che non finisce mai, avere una bevanda che non finisce mai, avere un vino buono, come nell’episodio evangelico, che più passa il tempo e più è buono, non finisce mai, è inesauribile. Quando sembra finito c’è uno sempre più grande. Questo il vecchio testamento lo può intuire, a volte non riesce neppure ad immaginarlo come il profeta Isaia, ma l’annuncio cristiano è che c’è un pane che non toglie la fame e la sete, che non ti sazia, anzi che te l’aumenta sempre più, te la eccita sempre di più, ma scopri che esiste un cibo misterioso, cioè inesauribile. μυστήριον vuol dire un fatto che ti lascia ammutolito, ti fa ammutolire, che ti lascia senza parole. È sempre più grande di quello che tu avevi capito, che avevi spiegato, e ti stupisce sempre di più, e non finisce di stupirti: non è l’inconoscibile, ma è l’inesauribile. Non quel che non si capisce, ma che non si finisce più di capire. Non un cibo che tu una volta che l’hai mangiato e digerito non c’è più, ma un cibo eterno che non si consuma mai. Gesù è venuto nel mondo per annunciare non che non ci sarà più fame e più sete ma che ci sarà un cibo ed una bevanda che una volta che lo incominci a godere non finisce più, che questo può cominciare già da dentro questo mondo, dentro tutti i drammi della storia.