Omelia Don Carlo 5 marzo 2019

Omelia 05 marzo 2019

“Per Dio non c’è preferenza di persone”.

La traduzione più equivoca che si possa fare, non capisco dove hanno la testa, o uno non si rende conto del peso delle parole.
Qui non c’è “preferenza”.
Dice letteralmente: κριτής ἐστιν, “Dio è il giudice”, il giudice è Lui e οὐκ ἔστιν παρ’ αὐτῷ δόξα προσώπου, “Lui quando giudica non guarda in faccia a nessuno”, ascolta il proprio cuore, parte da quello che ha dentro di Lui, perciò è libero nel giudizio. Non è condizionato, non c’entra con la preferenza!
Così si butta via l’acqua sporca col bambino dentro.
Perché Dio, cos’ha nel cuore? Perché Dio parte da Sé, non guarda in faccia gli altri? Non tiene conto del parere degli altri?
Dio nel cuore ha esattamente il
contrario, ha una sconfinata preferenza, che è l’opposto di quel che dice questa traduzione. Infatti dice nel Vangelo:
“Ai piccoli ha rivelato i Misteri del regno di Dio”.
Dio è uno che preferisce i piccoli del mondo.
Alla faccia del mondo! Perché i piccoli fanno tenerezza a Dio!
Quelli che non sono niente, che non li vuole nessuno, gli scartati, dicevano gli Ebrei: “il resto di Israele”, la coda, quelli che lasciano indietro perfino gli aguzzini perché non sporcano neanche la spada per tagliargli la testa. Li chiamano anche “gli scampati alla spada”,
non sono buoni neanche da essere schiavi per qualcosa.
Dio guarda quelli, Gli fan tenerezza e gli vuole fare il regalo più bello.

“A quelli”, dice, “ha rivelato il segreto del regno dei cieli”, il segreto del mondo.
Perché Dio ha un cuore come il nostro, anzi è il nostro che è come il Suo.
Dio è uno che si innamora, si innamora e non sa dire perché quelli – che non sono mica i più belli e i più bravi – per cui il popolo eletto non ha ricambiato poi tanto questa preferenza. Li devi criticare fino alla fine, li deve abbandonare lì.
Però Lui non sa dire perché! Come noi quando ci innamoriamo non è che possiamo dimostrare che quello è il meglio.
Perché Dio ha nel cuore
il desidero più potente che ho io, che avete voi, che è quello di preferire e di essere preferito.
Dio è uno che preferisce e che preferisce da Dio!
E ha detto: “Tu sei il mio popolo prediletto”; ha detto a Gesù: “Tu sei il mio figlio prediletto”; ha detto a Pietro: “Pietro, mi ami? Non basta dire: ‘Lo sai che ti amo’. Mi ami tu più di costoro? Sono Io il tuo preferito?”
Questo è Dio, non uno che non ha preferenze, immaginate…
Cosa succede quando un uomo scopre che Dio è uno che preferisce e preferisce proprio da Dio?
Bellissimo questo versetto del salmo: “Offre a Dio come sacrificio la lode”.
Gli vien voglia di offrire a Dio lode, lode, lode… non tutte le tristezze, i lamenti, le pretese, i risentimenti…tutta quella robaccia con cui noi investiamo, normalmente, il Dio che ci preferisce.
Uno che si accorge che Dio prova questa preferenza per te – tu sei lo “scampato alla spada”, tu sei “il resto di Israele” – diventa uno che ha il gusto di lodare, il gusto di ringraziare, che vive per donare e basta. E quando uno ha scoperto questo, anche se non parla, glielo vedi in faccia, lo percepisci dal tono.