Omelia Don Carlo 7 febbraio 2019

*Omelia 7 febbraio 2019*

Voi, chi siete? Cosa vi è accaduto?

“Voi vi siete accostati alla città del Dio vivente”.

L’immagine di questo autore della lettera agli Ebrei – di cui non sappiamo il nome -dell’esperienza cristiana, dell’origine della fede.
Il Dio, per voi, non è il Dio esistente, è il Dio vivente che viene a vivere con noi in una città umana, viene a condividere la nostra vita, nasce come uomo, vive, ama, ha dolore, soffre e muore come ogni uomo.
E così la città degli uomini diventa la città del Dio vivente; è un Dio che esiste, ma che vive in quella città e la vita di quegli uomini e la vita di Dio, da quel momento, sono la stessa vita: una vita umana, ma che vibra con il fremito del divino dentro il fremito umano.
E la vita degli uomini di quella città, dove Dio vive, è segnata dalla Sua presenza. Tutte le cose di questa vita sono segno del divino. Tu lì incontri un uomo e in quell’uomo vedi il divino presente. Incontri un uomo e incontri Dio.

Che tono ha una città così? Di che cosa freme?
È acutissima questa immagine! Queste cose le dice un uomo che le ha vissute, anche se lo dice con questo linguaggio un po’ insopportabile per la mia sensibilità, molto liturgico, ecclesiastico, formattato, sembra lontano dall’esistenza.
Dice: “Voi siete un’assemblea di gente dai nomi scritti nel cielo”.
Un’assemblea di gente festosa, voi siete gente che festeggia, ma non perché in questa città va tutto bene, qui ognuno ha i suoi drammi, anzi, in questa città – che è la comunità cristiana – ci sono anche i drammi del mondo perché il cuore di un cristiano è il cuore del mondo, abbraccia tutti i drammi del mondo. Eppure, qui c’è il dramma degli altri e di più, ma qui prevale il tono della festa. Perché? Perché questa è la città del Dio vivente. Qui non si fa festa perché manca il dolore, ce n’è più che nelle altre città, ma perché in questa città abita Dio, perché l’Inferno – come direbbe Dostoevskij – non è dove c’è troppo dolore, ma dove manca Dio.
Dostoevskij dice: “Il Paradiso è nell’Inferno, son nello stesso posto, la differenza la fa Dio, la presenza”.
Il Paradiso è fatto da uomini che dentro il dolore riconoscono Dio, l’Inferno è fatto dagli uomini che, anche se godono, non riconoscono Dio e anche il piacere diventa infernale, è insopportabile.
La differenza la fa Dio, non la Sua esistenza da qualche parte, ma la fa la Sua presenza, perché Dio abita qui! Perché se Lui è qui, anche dentro il dolore a te ti cambia la faccia.