*omelia 25 novembre 2018*
“Sei tu il re dei giudei? Dunque tu sei re?”
Per Pilato non è indifferente che Lui sia re o no. Pilato è un romano, è un imperialista: la gente che vuole il mondo e deve sapere con chi fare i conti per conquistarsi il mondo. Non è indifferente che Lui si senta il re!
Ma neanche per me è indifferente, perché anche io voglio costruire, non voglio il potere, non sono un imperialista, ma io nel mondo voglio generare, costruire, voglio poter dire “mio” nel senso più umano del termine.
Anche io devo sapere chi è il re del mondo, se è Gesù oppure no.
Ogni giorno devo sapere se Lui è re, ne va di quello che io amo, perché se Lui non è re, in mano a chi è la mia vita? Le cose che costruisco e che amo? Non è indifferente sapere se Lui finisce in un sepolcro oppure se Lui porta dentro il mondo la certezza dell’eterno; se le cose che conosco, che amo e che faccio so che saranno mie per sempre.
Pilato di fronte alla sfida se ne lava le mani. Il dramma di Pilato non è che si lava le mani davanti a Cristo, né sono tutti i suoi peccati o il fatto che era un imperialista.
È che quelle mani lui se le lava di fronte a se stesso, perché lui ha un cuore come il mio! É Pilato che deve sapere se Lui è veramente re o no.
Siamo amici se ci aiutiamo a non lavarci mai le mani di fronte all’urlo del nostro cuore che deve sapere chi è il re del mondo.