Omelia Don Carlo 14 novembre 2018

omelia 14 novembre 2018

“In ogni cosa rendete grazie”.
Ricorda Paolo al suo amico Tito. Perché il cristiano è un uomo che rende grazie, un uomo grato come sentimento permanente. Il tono di fondo del suo animo è una gratitudine che prevale sugli altri. Ha mille problemi e mille dolori ma se gli chiedi chi sei: “io sono grato”. Poi ti racconta tutto ma su tutto prevale questo.
Quando uno intuisce questo, ne prende coscienza, si trova, a volte, soprappensiero per la strada e gli viene da dire: “Grazie di tutto questo” e non ho presente che cosa sta dicendo eppure diventa pian piano abituale. Ma grazie di che?
Dice Paolo a Tito, Paolo non è masochista: “Rendete grazie in ogni cosa ” non “di ogni cosa”, ma siamo pazzi?! Non è che è tutto bene nella vita. La vita è dura ci sono mille ferite anche le cose più belle portano sempre una fitta al cuore se uno è pensoso, pensante anche uno agnostico, ateo, estetizzante come il grande Lucrezio nel De rerum naturam, capitolo terzo, mi pare. Racconta la preparazione di una festa di primavera con tutto l’entusiasmo, la preparazione, gli ormoni che girano, preparato tutto, le tavole, le musiche, è tutto pronto per partire, mangiare, ballare, ci sono tutti i fiori, tutto quanto è pronto, guarda tutto questo e poi dice: “medio de fonte leporum” in mezzo, al fondo di ogni piacere “surgit amari aliquid quod” ti insorge un che di amaro “in ipsis floribus angat” che anche dentro ai fiori ti ansia, “angat” ti fa venire l’ansia.
Allora Paolo di che è grato se ha questo sguardo realistico? Dice alla fine di questo brano: “Siamo stati scelti per diventare eredi della vita eterna”. Ecco di cosa è grato Paolo ha visto dei fatti.
Io ho visto dei fatti che mi hanno reso certo che esiste l’eternità che io sono nato e non morirò mai più definitivamente che le cose che gusto e le persone che amo io le posso gustare e amare sapendo adesso che non le perdo più. Pensate che amore ti viene fuori, ti insorge che godimento ti viene sapendo che questo abbraccio è per sempre che questo piatto di pasta asciutta e che questo calice di vino romagnolo è per sempre. Tutto è per sempre. E’ la coscienza del per sempre che uno sente vibrare dentro di sé. Una volta che l’hai provata tu, dopo, devi spendere tutta la vita per godere di questo e per goderlo devo capirlo sempre di più, capire cosa è la vita eterna.