Omelia 29 ottobre 2018
“Nessuno vi inganni con parole vuote” grida Paolo agli amici di Efeso, a cui ha fatto un’immensa rivelazione: è la lettera più profonda, più potente che ha l’orizzonte più grande, che più dà densità allo sguardo e alla parola del Cristiano e gli vedi in faccia il rischio di perdersi, di farsi ingannare per delle parole vuote. Perché il primo inganno, il primo nemico della fede cristiana non è un nemico morale – i peccati che facciamo, le debolezze… -, è un inganno conoscitivo, che sono le parole vuote, parole senza la realtà, parole che vengono dai pensieri che abbiamo in testa o dalle immagini, che non vengono dalle cose, dall’esperienza che facciamo. Quante volte mi sento fare delle domande e dico: “Senti, mi puoi dire da quale esperienza ti nasce questa domanda? Io non l’ho mai avuta, non mi è mai passata per la testa!” Perché sono domande ad occhi chiusi! Di uno che pensa dentro di sé e si fa delle domande.
Ma le domande uno le deve porre la realtà, non possiamo essere cervellotici!
E che cosa c’è in gioco? Che cosa cambia nella vita se le domande che tu ti poni nascono dai fatti, dalle esperienze o nascono ad occhi chiusi, perché c’è troppa dopamina nel cervello?
Dice il Vangelo, alla fine, quando Gesù ha sbattuto il capo della sinagoga e la folla di fronte al problema reale, non ai problemi, agli schemi sulla legge del sabato; dice che Gesù, gli avversari, li metteva di fronte alla realtà, gli avversari andavano in confusione e la folla esultava e si entusiasmava!
Ecco la differenza che è fra la confusione e l’entusiasmo: la realtà entusiasma sempre, ἐνθουσιασμός (enthousiasmós), ἔνθεος vuol dire che c’è il Dio dentro, infatti Gesù li metteva di fronte ad una realtà ma li faceva andare in fondo. Gli faceva guardare le cose fino al fondo, ed al fondo c’era Dio! Al fondo della realtà c’è sempre il divino, il divino ti entusiasma, anche se per arrivarci ci sono mille sofferenze e fatiche. Quando andiamo in confusione non è colpa della realtà, la realtà non ci confonde, la realtà è sempre luminosa, sempre chiarificatrice, porta il Mistero, porta Dio; è che la realtà, facendo chiarezza, smonta le nostre false chiarezze, le nostre apparenti chiarezze, tutti gli schemi che abbiamo in testa. E se non sono d’accordo con la realtà, devo cambiare idea io, la realtà ha sempre ragione, devo convertirmi, cioè μετανοέω, che vuol dire capovolgere il mio pensiero, perché per convertirmi a Cristo mi devo prima convertire alla realtà, Cristo non fa nient’altro che farmi guardare la realtà in tutta la sua bellezza e grandezza. È l’amica più grande, la realtà, perché è fatta da Chi fa me; la realtà c’è sempre, non tradisce, non ci abbandona, e dalla realtà si può sempre ricominciare!
I nostri sogni, per quanto belli, sono bruttissimi perché non esistono! La realtà, per quanto faticosa e drammatica, è bellissima, perché c’è e su quella tu puoi sempre ricostruire tutto. Il realismo cristiano è proprio consolante, ti fa respirare!