Omelia 28 settembre 2018
“La gente chi dice… voi chi dite che Io sia”
La gente lo deve dire, voi dovete dire Chi sono, ognuno deve dirlo, deve paragonarsi con Me. Ma non per Me, per lui, per capire sé stesso perché davanti a me uno è davanti alla grandezza dell’umano, alla statura dell’uomo, vede per che cosa lui è nato, per quale grandezza. E se prende posizione davanti a Me la prende davanti a sé, decide cosa farne per la sua vita, che decida bene o male, decide di sé, e diventa protagonista di sé stesso, non delega più a nessuno la sua unica e breve esistenza. Non si vende con nessuno, perché il male è vendersi, noi non dobbiamo venderci a nessuno, neppure a Dio. SceglierLo si, venderci mai. L’incontro con Cristo non serve a diventar cristiani, serve a diventar veramente umani. Poi, puoi servire Cristo e scoprire il centuplo – non importa – puoi spendere la vita per cercare un’alternativa a Cristo, qualche cosa di grande come Cristo, non lo troverai ma se Lo cercherai avrai respiro, ti sentirai in cammino verso te stesso. Il cristianesimo non serve, innanzitutto, per diventare cristiani o buoni, ma per diventare umani, cercatori della propria grandezza. E’ così raro trovare negli incontri quotidiani qualcuno con questo respiro, che abbia come scopo di essere se stesso. C’è un tono così basso, desideri così meschini, si desidera sempre qualcosa di meno di sé stessi, si desiderano cose, cose! E’ così raro trovare uno che voglia la verità di se che quando lo incontro io, di schianto, ci divento amico.