Omelia Don Carlo 10 settembre 2018

Omelia 10 settembre

“Figlio mio, se ti presenti per servire il Signore preparati alla tentazione”

La prima cosa che mi fu detta quando posi la domanda sulla mia vocazione: la tentazione, πειρασμός, la prova, il duello, il test, il collaudo.
Tutto quello che ti capiterà nella vita da questo momento, in cui hai deciso di servire il Signore, è per te tentazione, è prova per la tua libertà, perché tu, ogni istante, tiri fuori quello che veramente vuoi, perché tu ridecida, perché senza tentazione, senza prova, senza sfida, senza duello, senza collaudo, tu non saprai mai chi sei, che cosa vuoi. Un atleta, se non fa allenamento continuo…non verrà mai fuori la sua potenzialità: la tentazione è tutto ciò che ti mette alla prova, che ti impedisce di procede in automatico, di vivere da sedentario, quello che ti rende atleta, protagonista, combattente e combattivo.

Il santo è un uomo in cui di ovvio, di scontato, di automatico, di immediato non c’è nulla: tutto è scelto, tutto è voluto, tutto è combattuto in quell’istante.

Tutto, di per sé, sarebbe tentazione, ma noi siamo così ottusi, così pigri che, finché non prendiamo un po’ di botte, finché non soffriamo, noi non combattiamo. Di per sé basterebbero le cose belle, normali della vita per essere alla prova, per sfidare il nostro cuore a venire fuori, a scegliere, ma noi ci svegliamo soltanto quando c’è sofferenza, dolore, fatica, contraddizione.

È per questo che, come il salmo dice, “per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi”, non su luoghi luttuosi. La mia eredità è stupenda, perché la mia sorte mi ha collocato in un luogo in cui non c’è bisogno di dolore, di sofferenza, di disgrazia per sfidare il mio cuore, per chiamarlo fuori a combattere e a scegliere.
Sono in un luogo in cui bastano le cose deliziose, la bellezza, l’amore, tutte le cose belle della vita a sfidare il cuore.
Non ho bisogno di aspettare disgrazie per prendere posizione, per scegliere Dio.

È solo questa esperienza in cui tutte le cose, prima le belle che le brutte…se lo fai con le belle, quando verrano le brutte sarai pronto e allenato, se non prendi come prova, come sfida, come tentazione a tirar fuori il tuo cuore, la tua libertà, le cose belle e normali non lo farai certamente quando verrano le prove dolorose!

Solo questo ti rende libero, libero, come dice il Vangelo, dal risultato della tua azione: tu arrivi in una città, entri, sfidi la gente, vai alla porta di una casa, bussi, porti quello che sei, quello che hai nel cuore, quello che ti si vede in faccia, non c’è neanche bisogno che parli; che poi gli altri accolgano o meno, non te ne importa rigorosamente nulla, sei libero di dire: “Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo, non abbiamo bisogno, non del vostro sì e della vostra approvazione, ma non abbiamo bisogno neanche di quel briciolo di polvere che si è attaccato ai nostri piedi, noi vi doniamo noi stessi, fate quel che volete di quello che noi siamo.”
Questo è un uomo libero.